Il Governo ha annunciato l’intenzione di non voler prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo. Il Presidente Draghi ha riconosciuto come in Italia, il numero dei contagi e dei morti per covid sia in calo. Questo fattore, dovrebbe portare alla rimozione delle restrizioni imposte ai cittadini durante questo periodo di emergenza sanitaria. Ma tale dichiarazione sembrerebbe non tradursi in atti concreti: alla fine dello stato di emergenza non corrisponde l’abolizione delle restrizioni imposte ai cittadini proprio in ragione dell’emergenza; oggi il voto di fiducia sul decreto legge che fissa l’obbligo di vaccino anti-Covid per determinate categorie di lavoratori over 50 con i relativi vincoli legati al Green Pass, che potrebbe rimarrebbe in vigore fino al 15 giugno.
Quello che avverrà sarà una graduale rimozione delle restrizioni, quali l’obbligo di certificazione sanitaria per accedere a determinati eventi (spettacoli, eventi sportivi), l’obbligo di mascherine FFP2 nelle classi e l’obbligo di quarantena da contatto. Bisogna considerare che l’Italia è uno dei pochi Paesi, se non l’unico in Europa, ad imporre stringenti misure di limitazione della libertà personale. La maggioranza ha allentato o eliminato la quasi totalità delle restrizioni.