Le conseguenze degli eventi in Ucraina mette a dura prova anche il sistema dei cerealicoli e dei sui derivati. L’Ucraina, infatti, è una fornitrice netta di grano verso l’Italia che come è noto è una grande consumatrice di pane e pasta. Per fronteggiare l’emergenza e ridurre la dipendenza estera arriva la proposta di Carmine Nardone. “In Italia ci sono 3,5 milioni di ettari di terreni agricoli incolti – spiega l’ex senattore e presidente di Futuraidea – , che almeno in parte potrebbero essere riconvertiti alla coltivazione di cereali ma che giacciono abbandonati”. Per questi terreni, in parte pubblici e in parte privati, sono state promosse “banche” della terra su scala regionale. A livello nazionale se ne occupa l’ISMEA.
“Utilizzando semine primaverili potremmo accrescere da subito la produzione di grano – conclude Nardone -. Sono stato da sempre contro le politiche utili solo alle rendite agrarie, speso in solitudine, mentre le Multinazionali si accaparravano terre in tutto il mondo (Land Grabbing) noi davamo i contributi per non coltivare!”.