Il prediabete, indica alti livelli di glucosio (glicemia alta) nel sangue. Una condizione che riguarda 10 milioni di italiani e che, in alcuni casi, può portare al diabete, malattia dovuta a un’alterazione dell’insulina.
Per riuscire a individuare precocemente il rischio di un’evoluzione patologica del prediabete è stato compiuto da un recente studio italiano che ha individuato una molecola che sarebbe in grado di predire il rischio per i soggetti con glicemia alta di sviluppare il diabete di tipo 2.
La ricerca, è stata condotta dall’IRCCS MultiMedica nell’ambito del progetto di ricerca DIAPASON (Diabetes Prediction And Screening: ObservatioNal study. I ricercatori hanno sottoposto a screening 1.506 persone: tra questi, 531 pazienti risultavano avere un rischio altissimo di andare incontro al diabete e sono stati così reclutati per lo studio.
Nello studio, sono andati a misurare la concentrazione di questa molecola. A un sottogruppo di 207 pazienti, che presentavano livelli allarmanti di glicemia, è stato poi proposto un programma di “habit-intervention”, vale a dire un cambiamento dello stile di vita basato sulla dieta mediterranea.
Secondo quanto emerso dallo studio, nell’84% dei soggetti che avevano seguito il nuovo regime alimentare, è stata rilevata non solo perdita di peso, diminuzione dell’indice di massa corporea e miglioramento dei parametri cardiometabolici, con riduzione della glicemia, ma soprattutto una riduzione del miR-21. Il risultato ha confermato l’esistenza di una relazione significativa tra questa molecola e i valori di glucosio nel sangue.