
Reporters Sans Frontières ha pubblicato la sua annuale classifica che valuta la libertà di stampa nel mondo: si tratta di un’organizzazione non-governativa e no-profit che dal momento della sua nascita in Francia promuove la libertà nel giornalismo. L’Italia ha perso ben 17 posti dal 2021, scendendo alla 58esima posizione: il nostro paese è al di sotto di Gambia, Namibia e Burkina Faso. Sempre bene i paesi del Nord Europa: i primi 5 posti sono infatti occupati da Norvegia, Danimarca, Svezia, Estonia e Finlandia.
Reporters Sans Frontières individua i vari problemi legati alla libertà di stampa italiana
Secondo il report, la libertà nel giornalismo in Italia è continuamente minacciata dalla criminalità organizzata, soprattutto nel Mezzogiorno. Danno il loro contributo anche i gruppi estremisti che hanno guadagnato terreno durante la pandemia. In Italia ci sarebbe un vasto panorama di media: tv e radio pubbliche potrebbero garantire una significativa varietà di opinioni. Tuttavia, secondo Reprters Sans Frontières, i giornalisti italiani cedono troppo spesso alla tentazione di autocensurarsi. E lo fanno per conformarsi alla linea editoriale o per paura di rappresaglie da parte della criminalità organizzata. Tutti i cronisti italiani che tentano di esplorare temi come corruzione e mafia sono sistematicamente vittime di minacce, campagne intimidatorie e talvolta anche violenze fisiche.
In effetti sono tanti i nomi dei giornalisti uccisi nel Belpaese negli ultimi 50 anni: Giuseppe Fava, Mauro De Mauro, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato e non solo. Tutti uomini ammazzati per aver raccontato verità scomode su criminali e potenti.
Fonte: https://rsf.org/en
Altro da EsodoMondo: https://esodomondo.it/category/politica/