Emerge un rapporto dei carabinieri che racconta un dato allarmante: a Napoli e provincia, un minore, dai 14 ai 17 anni, è denunciato o arrestato ogni 36 ore. Con i conti alla mano si parla di una media di quasi 3 armi sequestrate al giorno, 365 negli ultimi cinque mesi: pugnali, katane, mazze da baseball, bombe piene di chiodi, kalashnikov, balestre, pistole artigianali, pipe bombs, fucili da cecchino, ma anche tirapugni in acciaio, coltelli da cucina, asce, mitragliatori e razzi. È la lista stilata dai carabinieri emersa dai sequestri eseguiti.
Strumenti con i quali i giovanissimi si sentono più forti e capaci di affrontare ogni cosa. Le portano nelle serate in giro per locali o a scuola, in aula. La scusa più utilizzata è “mi serve per difendermi”.
Tra i casi più recenti quello del 7 maggio scorso ad Arpino di Casoria dove le piste di un bowling sono diventate un ring, con un quattordicenne rimasto gravemente ferito ad opera di 7 ragazzi dai 14 ai 16 anni, tutti incensurati. Attuale è anche il caso di un sabato sera di Marano, tre i ragazzini tra 15 e 16 anni segnalati perché armati di coltelli e tirapugni. Un diciassettenne è stato trovato in metro al Vomero con un coltellino a serramanico. A Nola un diciassettenne è stato sorpreso con 2 proiettili calibro 22 in tasca e una dose di cocaina.
Ogni luogo è potenzialmente teatro di violenza.
Alla luce di questi dati, il Comando Provinciale Carabinieri di Napoli ha incrementato i servizi di contrasto all’uso e al porto abusivo di armi e ha da tempo promosso servizi mirati a disarmare mani e coscienze. La repressione non basta, serve anche tanta prevenzione. In strada e nelle scuole, tante le iniziative di sensibilizzazione e prevenzione per promuovere il dialogo con le istituzioni e la cultura della legalità.
L’appello del comandante provinciale carabinieri di Napoli, generale di brigata Enrico Scandone:
«Invitiamo tutti, soprattutto i ragazzi, ad evitare il rischio dell’uso improprio di un coltello. Un coltello ferisce, un coltello uccide, un coltello provoca lesioni che possono essere permanenti. La vita non è un videogioco».