Home Amministrative 2022Avellino Biodistretti. Masuccio: occasione per consumatori ed imprese

Biodistretti. Masuccio: occasione per consumatori ed imprese

di Daniela Battaglia
Michele Masuccio – Vice Pres. Consorzio Bonifica Ufita

Lo scorso 2 settembre è nata, presso il museo civico di Ariano Irpino, l’associazione “Biodistretto d’Irpinia”. Per saperne di più abbiamo intervistato il vicepresidente del Consorzio di bonifica dell’Ufita, Michele Masuccio, rappresentante dei proprietari di terreni all’interno del consorzio.

Qual è la differenza tra il Biodistretto ed i distretti settoriali?

“La differenza sta nel fatto che i distretti settoriali erano tematici perché legati a un prodotto o una coltura. Il Biodistretto invece riguarda la valorizzazione del territorio nella sua totalità. Ovviamente in funzione dell’ambiente, difatti si chiama Biodistretto, che non è altro che un distretto che si lega alle aziende biologiche e che quindi mirano a una agricoltura sostenibile.”.

Nella zona quante aziende che portano avanti un’agricoltura biologica sono presenti?

“Ci sono diverse aziende biologiche, per fortuna. Si può definire un settore in crescita, molto più attenzionato. Difatti anche i consumatori tendono a cercare sempre di più prodotti bio, sostenibili e meno inquinati.”.

Queste aziende trovato sbocchi sul mercato attuale?

“Il Biodistretto ha una particolarità in più, rispetto agli altri distretti. Questo perché non nasce per il semplice scopo di presentare un progetto. Ma nasce dalla volontà di un gruppo di imprese, enti e associazioni che vogliono valorizzare il territorio attraverso una rete sinergica. Il nostro obiettivo principale è quello di avvicinare varie associazioni al Biodistretto. Difatti vediamo già la partecipazione attiva, essendo soci fondatori, all’interno del progetto sia l’associazione i Misagi, sia Oreb Ariano che riescono a espandere l’interesse in vari settori. Quindi all’interno del Biodistretto troveremo associazioni turistiche, per creare sul territorio percorsi eno-turistici. Così avremo un impatto più forte e le aziende troveranno, già in autunno, sperando in una pronta partenza, una corrispondenza. Grazie a questi contatti andremo a creare una rete certificata.”.

Da chi sarà certificata questa rete?

“Da un comitato tecnico scientifico di rilevanza, con la partecipazione del professore Blaiotta, docente presso la Federico II, alla guida del comitato. Il tutto verrà certificato da una struttura esterna accreditata che è Valor-Italia. L’organismo di controllo ha il compito di supervisionare il sistema a filiera. Noi all’interno dell’associazione abbiamo marcato molto su un disciplinare e continueremo a farlo in una successiva conferenza stampa, insieme al GAL. Così il consumatore potrà comprendere quando compra un prodotto dall’azienda o compra un prodotto trasformato in una ristorazione.”.

Quindi andrete a creare un marchio?

“Si, esatto. Un marchio da esporre al ristoratore o al supermercato. Il nostro obiettivo è stimolare il consumo interno. Questo perché potrebbe accadere che il ristoratore, più che il consumatore, attraverso un sistema interattivo potrebbe acquistare direttamente dalle imprese ma potrebbe andare anche in un ristorante e consumare questo prodotto del territorio e certificato.”.

Quale è stata la risposta dei commercianti e dei ristoratori?

“Per adesso, come comitato promotore, abbiamo già aderito a degli agriturismi. Ad esempio, Torre Amando, il mulino della signora di Gianfranco Sessa, Cefalo di Venticano. Noi abbiamo bisogno di una continua alimentazione per questo percorso. E quindi, oltre il riconoscimento regionale che rimanda più al lato burocratico, la cosa più importante è partire dal basso. Quindi avere come punto centrale la valorizzazione del territorio. Metteremo a disposizione corsi di formazione. Cercheremo di stimolare tutti i comuni, per i bandi delle mense scolastiche. Cercando di sensibilizzare anche le amministrazioni locali. Soprattutto per i bambini, cercheremo di fornire loro non più prodotti industriali ma prodotti certificati, biologici ecc.  Questo è il nostro intento. Ovviamente non andrà a fornire una soluzione definitiva al problema dell’agricoltura ma in altre realtà di Italia già funziona bene”.

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