Dati impietosi. Il Sud ultimo in tutto. Cosa fanno gli amministratori?
Italia Oggi e università La Sapienza di Roma, in collaborazione con cattolica assicurazioni (gruppo generali) hanno pubblicato all’inizio del mese, una classifica che mira ad indagare sulla qualità della vita in tutta Italia. L’indagine ha due obiettivi principali: il primo obiettivo è alimentare il dibattito sul benessere delle comunità locali e sulle azioni che possono essere attuate per incrementarlo; Il secondo obiettivo è fornire spunti ed indicazioni per orientare l’attività dei decisori politici.
Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: Affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute e tempo libero. L’indagine è stata coordinata da Alessandro Polli del Dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell’Università La Sapienza di Roma. L’indagine è stata attuata sulle 107 province italiane e già dalle prime classifiche si vede un netto distacco dalle provincie del nord e del sud. La prima classifica generale riguarda la qualità della vita. Quest’ultima indica Il numero di province in cui la qualità della vita è valutata come buona o accettabile. Il risultato della classifica generale è ottenuto dalla somma di tutte le dimensioni e le sottodimensioni studiate più gli indicatori presenti all’interno dello studio. La maggior parte delle province al Nord sono caratterizzate da un livello di qualità della vita Buona o accettabile. Mentre nei gruppi di coda, con una qualità della vita scarso o insufficiente, troviamo prevalentemente provincie dell’Italia meridionale e insulare.
Ma vediamo nel particolare e nelle varie classifiche, dove troviamo posizionate le Province campane: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno.
Nella classifica generale, rispetto alla qualità della vita Benevento si piazza al primo posto in Campania, ottantaduesima posizione. Avellino al secondo posto in ottantatreesima posizione. Salerno ottantaseiesimo posto. Mentre alle ultime posizioni troviamo Caserta, al novantaduesimo posto e Napoli al centoquattresimo. Quindi, in sostanza, potremmo dire che le province di Avellino, Benevento e Salerno risultano avere una qualità della vita scarsa, mentre Caserta e Napoli addirittura risultano avere una qualità della vita insufficiente.

Per la prima dimensione, affari e lavoro, i dati relativi ai tassi di occupazione e disoccupazione sono considerati distintamente per maschi e femmine. Anche in questo caso abbiamo un tasso di occupazione molto alto per il Nord Italia, mentre la maggior parte delle province dell’Italia meridionale insulare si piazzano agli ultimi posti. Si collocano in fondo alla classifica tre delle cinque province campane: Salerno, Caserta e Napoli rispettivamente al novantaquattresimo posto, novantanovesimo posto e in ultimo, Napoli al centosei esimo posto. Avellino e Benevento risalgono leggermente la classifica ritrovandosi rispettivamente al novantacinquesimo posto e al novantaseiesimo posto. All’interno della classifica viene anche differenziato il tasso di occupazione maschile e femminile. Per il tasso di occupazione maschile troviamo al primo posto in Campania, Avellino al settantacinquesimo posto. Mentre all’ultimo posto troviamo Napoli al centoquattresimo posto. Per il tasso di occupazione femminile troviamo in classifica Avellino al primo posto al settantottesimo. Mentre ancora una volta troviamo Napoli all’ultimo posto al centesimo. Le altre Province che si dividono tra il novantasettesimo e il novantesimo posto. Vediamo, quindi, come anche in questa classifica le province campane occupino tutte posizioni molto basse all’interno della classifica avendo quindi un’occupazione interna scarsa e insufficiente.
La seconda dimensione di analisi su cui si è indagato è l’ambiente. Qui troviamo un quadro più eterogeneo delle province, infatti non c’è una netta distinzione tra le province del Nord e del Sud. In questa dimensione, per giungere a una classifica Generale, si sono andati a osservare degli indicatori generali. Ad esempio: i consumi idrici, la raccolta di rifiuti urbani, i veicoli circolanti all’interno delle province, il consumo di energia elettrica ecc. All’interno della classifica generale troviamo Avellino al centesimo posto, Benevento al settantatreesimo. Salerno al Novantacinquesimo. Caserta invece, in lieve risalita al sessantaquattresimo. In ultimo, in fondo alla classifica troviamo Napoli al centosette simo posto.
Caserta all’interno della classifica sull’ambiente, risulta spiccare rispetto alle altre province campane. Che invece dovrebbero Cercare di risanare in qualche modo il rapporto con l’ambiente andando a migliorare anche la vita dei cittadini.
Per la classifica sui reati e sicurezza troviamo Benevento al secondo posto, Avellino al trentasettesimo posto, Salerno al sessantanovesimo, Caserta al settantanovesimo posto. In ultimo, Napoli al novantacinquesimo posto. Ottima notizia per Benevento che si ritrova ai vertici di questa classifica.
Un’altra dimensione su cui si è indagato è la sicurezza sociale che riguarda ad esempio indicatori come la percentuale di giovani in età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, infortuni sul lavoro, suicidi, Tasso di occupazione ecc. Anche in questo caso la classifica con tutte e 107 le province italiane risulta essere abbastanza eterogenea, mentre per quanto riguarda le province campane vediamo una sicurezza sociale prevalentemente scarsa, ad eccezione della provincia di Avellino che è l’unica che ritroviamo nelle posizioni di vertice della classifica generale al ventitreesimo posto. Vediamo ancora Benevento al trentottesimo, Salerno Sessantottesimo, Caserta al Settantatreesimo e in ultimo Napoli all’ottantanovesimo posto.
Altra classifica riguarda l’istruzione e la formazione, che comprende ad esempio il tasso di partecipazione alla scuola d’infanzia, La percentuale di persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni in possesso di almeno un diploma di istruzione secondaria superiore, di laurea o altri titoli. In questa classifica gli ultimi posti troviamo due province campane, Caserta e Napoli, rispettivamente al novantaduesimo e al centoquattresimo posto. Queste risultano avere un’istruzione di un livello insufficiente. Le restanti province si piazzano all’interno della classifica in posti leggermente al di sopra delle prime due province, ma comunque risultano avere un grado di istruzione prevalentemente scarso. (Avellino, settantesimo posto. Salerno ottantesimo posto. Benevento Settantanovesimo posto.).
La sesta dimensione riguarda la popolazione. La classifica viene stilata andando a indagare su il tasso di mortalità, gli emigrati, l’indice di vecchiaia, la speranza di vita alla nascita, la speranza di vita a 65 anni ecc. La classifica risulta essere abbastanza bilanciata per tutte e 107 le province italiane. Mentre per le province campane troviamo Caserta al trentaduesimo posto, Salerno al quarantanovesimo posto, Napoli al cinquantunesimo, Avellino all’ottantesimo e Benevento all’ottantaduesimo. Piccola rimonta per Napoli che per le prime volte, non si trova tra le ultime classificate campane. Comunque, nessuna Provincia Campana è riuscita a guadagnare posti di rilievo in questa classifica.
Altra classifica su cui si è indagato è il sistema salute, che non riguarda altro che l’innovazione, l’avanzamento degli ospedali e delle apparecchiature, ad esempio, presenti all’interno di questi ultimi. All’interno della classifica l’Italia meridionale e insulare è rappresentata da undici province. Tra queste troviamo Benevento e Avellino tra le province campane, rispettivamente al settimo e ottavo posto. All’interno della classifica troviamo poi Napoli, al ventiseiesimo posto, Salerno al trentatreesimo e Caserta al quarantasettesimo. Sicuramente non posti di rilievo ma, almeno in questa classifica, nessuna delle province campane risulta figurare tra gli ultimi posti.
L’ottava dimensione riguarda il tempo libero e il turismo. Attraverso questa dimensione si indaga su quanto sono presenti all’interno del territorio cinema, bar e caffè, ristoranti, agriturismi, alberghi, ecc. All’interno della classifica vediamo che, nonostante la potenziale vocazione turistica delle zone del Sud, queste figurano comunque tra le ultime in classifica. Per quanto riguarda le province campane, troviamo 4 su 5 province agli ultimi posti, ad eccezione di Salerno che si posiziona al sessantaquattresimo posto. Troviamo le altre province tra gli ultimi 70 posti, in particolare Caserta che occupa il centocinquantesimo posto su 107.
L’ultima dimensione di analisi riguarda il reddito e la ricchezza. Questa classifica comprende il reddito medio annuale pro capite e il reddito medio annuale pro capite dei lavoratori indipendenti, l’importo medio annuale dei trattamenti pensionistici, i valori mobiliari, l’incidenza delle sofferenze bancarie per i prestiti alle famiglie, ecc. Qui la classifica generale si spacca in due. Si vedono quasi tutte le eccellenze nelle regioni del nord. Difatti le ventiquattro posizioni di testa comprendono quasi esclusivamente provincie dell’Italia settentrionale. Mentre negli ultimi posti troviamo province quasi esclusivamente dislocate nell’Italia meridionale e insulare. Tra di queste figurano tutte e cinque le province campane con un reddito e una ricchezza insufficiente, il grado più basso in classifica. Queste occupano tutte posti molto bassi in classifica. Dall’ottantaseiesimo posto di Salerno in giù, fino ad arrivare all’centodue esimo con Caserta, in ultima posizione.
Da queste classifiche vediamo come le province campane riescano ad occupare, in alcune di queste, dei posti più o meno di rilievo. Vediamo anche però che, nella maggior parte dei casi, occupano posti poco lusinghieri in classifica. Con questi dati, questi studi acclarati si spera di ottenere i risultati sperati anche dall’autore della ricerca. Si spera diano una scossa ai vertici per cercare di migliorare le condizioni di vita all’interno delle province andando così a migliorare la vita dei cittadini.